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FONDAZIONE UTO UGHI

Fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione: Maestro Uto UGHI
Vice Presidente e Co-Direttore Artistico: Natascia Chiarlo
Consigliere di Amministrazione: Ing. Angelo Marino

Organo di Controllo:

Presidente Organo di Controllo: Paolo MORETTI
Membri Organo di Controllo: Stefano ARAGNO, Massimo TERRANOVA

Fondazione Uto Ughi

Discorso del Maestro Uto Ughi alla Conferenza Stampa per il lancio della Fondazione Uto Ughi (Museo del Risorgimento - Torino, 20 ottobre 2023):

"Dopo tanti anni di carriera, sento che sia giunto il momento di condividere la mia esperienza e di trasmettere le mie competenze attraverso un solido e duraturo progetto culturale: la Fondazione Uto Ughi.

La Fondazione rappresenta infatti il veicolo più consono per diffondere l’educazione alla bellezza e all’arte,  alle più ampie fasce della popolazione e soprattutto ai giovani, con l’intento di incidere sugli usi e i costumi di una società ormai sempre maggiormente privata di riferimenti culturali capaci di trasmettere valori sani e identitari.

La Fondazione Uto Ughi si propone innanzitutto di promuovere la  più nobile tradizione musicale classica, contribuendo al necessario rilancio culturale del nostro Paese attraverso i giovani talenti, dando loro supporto e visibilità e premiando la loro costante applicazione, che consente di preservare l’eccellenza del livello artistico italiano.

La Fondazione Uto Ughi si propone organizzare e promuovere Festival musicali, progetti formativi ed educativi,  masterclass di alto perfezionamento per giovani talenti con relative borse di studio, concorsi e premi violinistici, istituzione di orchestre giovanili,  eventi benefici e di raccolta fondi, scuola di musica e accademia di alto perfezionamento musicale.

A tal scopo, ringrazio il notaio Andrea Ganelli e lo Studio Leading Law per il prezioso supporto alla predisposizione delle pratiche necessarie per dar forma in breve tempo, con le soluzioni più efficaci e migliori, alla mia Fondazione , ringrazio  la Vice Presidente la Prof.ssa Natascia Chiarlo per aver sempre creduto in questo progetto e per aver coordinato le azioni necessarie per realizzarlo, ed il Consigliere Ingegner Angelo Marino per il prezioso apporto a questo progetto che mi sta tanto a cuore.

Secondo Zoltan Kodaly, se si vuole una comunità formata da esseri umani completi, l’educazione alla musica deve iniziare molto presto, addirittura nove mesi prima della nascita del bambino. Questo perché l’ascolto di brani classici può produrre impressioni che dureranno tutta una vita. Sono assolutamente d’accordo.
Non c’è dubbio che l’educazione all’ascolto o alla visione delle belle arti dia ai giovani un’impressione duratura, che li orienta positivamente per la vita.

A mio avviso, il primo incontro di un bambino con la musica dovrebbe avvenire con il canto, modello di ogni strumento. Quando si dice che il violino o il violoncello “cantano”, è perché il suono di questi strumenti si avvicina alla timbrica, all’espressività e all’efficacia della voce umana. A contatto con il canto, il bambino viene stimolato nelle sue emozioni, nei suoi sogni e forse anche nelle sue aspirazioni.

Oggi siamo bombardati da sensazioni sonore che non hanno nulla a che fare con la musica: così come si può guardare senza vedere, capita che ci si possa limitare a sentire senza ascoltare.
Al contrario, è più che mai necessario ascoltare, lasciandosi accompagnare da un pensiero che possa suscitare delle emozioni. Senza la guida del pensiero, ci si riduce ad ascoltare musica di sottofondo, come un qualsiasi passatempo capace di regalarci distrazione.
A questo proposito Daniel Barenboim, nel suo libro La musica sveglia il tempo, cita un pensiero di Thomas Mann tratto dalla Montagna magica:
<< La musica sveglia noi al più raffinato godimento del tempo, e in quanto sveglia è morale. Morale e l’arte in quanto sveglia. >>

La musica richiede silenzio, concentrazione, predisposizione spirituale. Bisogna abituare i giovani all’ascolto dei capolavori con un metodo graduale, senza proporre musiche complesse che richiedono una preparazione specifica.

Penso che sia importantissimo che tutti gli interpreti dedichino una parte del proprio tempo all’insegnamento nelle scuole, alla spiegazione del significato delle musiche che eseguono.
Se questo fosse fatto sistematicamente, si avrebbero ottimi risultati, anche nella più tenera età degli studenti.

L’Italia è storicamente depositaria di un patrimonio musicale unico al mondo, e oggi è più che mai stridente la contraddizione dei propri cittadini che hanno mediamente una scarsa cultura musicale.
L’Italia è un paese con una forte anomalie a riguardo dell’offerta musicale classica, in quanto in Europa è il paese con il maggior numero di Conservatori di Musica Statali, circa 80, ma allo stesso tempo è anche quello con il minor numero di Orchestre.

Alla luce di quanto detto, ritengo sia giunto il momento in cui sento in quanto artista di dover fornire il mio contributo.
Il mio intento è di diffondere la musica nelle scuole, coinvolgendo i tanti musicisti sparsi per l’Italia. Sfruttando i più moderni canali di comunicazione tecnologici, intendo inoltre comunicare anche ai giovanissimi utilizzando il loro linguaggio immediato e visuale.
Solo in questo modo è possibile intraprendere un’efficace opera di promozione musicale: adeguandosi alle forme di comunicazione odierna ma allo stesso tempo preservando in esse l’armonia e l’educazione che solo la musica può trasmettere.
Per concludere un pensiero di Gustav Mahler: la tradizione non è culto delle cenere, ma custodia del fuoco."

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